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Panisi Abbo “Nelson” (1926-1945)

Giovanissimo partigiano entra nelle SAP operanti nella pianura reggiana tra la via Emilia e il Po e successivamente nominato Commissario di Distaccamento.

Abbo era di origine bracciantile, eveva appena diciotto anni, ma come tanti altri giovani si era sentito in dovere di lottare per contribuire a rendere più forte la Resistenza, per riconquistare la libertà venduta dai fascisti, servi e traditori. Viveva con il padre e voleva essergli di sostegno, poichè stava invecchiando. Era uno dei tanti cittadini di Canolo che lavorava costantemente, con il pericolo sempre presente, perchè la Resistenza si estendesse sempre di più, fino a diventare lotta di tutto un popolo. Assediato con alcuni compagni in una casa di latitanza presso Canolo di Correggio, dopo una disperata resistenza, effettuavano tutti insieme una sortita per rompere l’accerchiamento. Senza curarsi della propria vita, a colpi di bombe a mano “Nelson” consentì ai compagni di mettersi in salvo. Saltando una siepe metallica, scivolò sulla neve atterrando con i piedi e cadde all’indietro battendo la testa contro il paletto in ferro della rete. Rimase stordito dal colpo ed invece di proseguire nella direzione di fuga dei compagni, ritornò a saltare quella siepe, andando a finire sotto il fuoco della mitraglia e delle armi automatiche dei nemici. Il giovane Abbo cadde crivellato di colpi, con l’arma in pugno, insieme al compagno Vasco Guaitolini, il 25 gennaio 1945.

Decorato con la Medaglia d’Argento al valor militare alla memoria per il suo coraggioso comportamento nella battaglia di Canolo.

Prandi Narcisa “Narci Gisella” (1922 – 1998)

Fece parte del movimento partigiano a partire dal maggio 1944 come staffetta di settore e del Distaccamento “Rolando Iotti” di Roncocesi, appartenente alla 76^ Brigata S.A.P.

“Narci” lavorava alla T.I.M.O. (attuale Telecom), dove ebbe modo di organizzare diverse azioni di sabotaggio alla centrale dei telefoni delle linee tedesche, partecipò attivamente al trasporto di armi dalla città alla campagna, al rifornimento di viveri, indumenti e munizioni, fornendo inoltre preziose informazioni e recapitando ordini al distaccamento.
Per questa sua intensa attività venne più volte perseguitata dai nazifascisti .
Nei giorni della Liberazione, insieme ad altre staffette, attraversò i campi a piedi per raggiungere Cavriago e Montecchio, nel tentativo di stabilire e mantenere i collegamenti tra i vari distaccamenti, essendo le strade interamente occupate dai tedeschi in ritirata.
Dopo il 25 aprile divenne attiva militante nel P.C.I. e nel sindacato dei lavoratori telefonici F.I.D.A.T. ed inoltre fece parte del comitato di epurazione dell’azienda presso la quale lavorava.