Il lungo viaggio di Maria Cervi per lasciare memoria

A ricordarla è il nostro Presidente Giacomo Notari.Correva l’anno 1955, primo decennale della Resistenza. In quel tempo ero a Genova con Franco Cocconcelli detto “Max”, tutti e due attivi nel P.C.I. in quella città, per creare le condizioni organizzative per il rientro delle domestiche montanare reggiane nelle varie tornate elettorali.
A quel tempo, le nostre montagne erano toccate ancora da enormi difficoltà economiche, per cui molte donne erano costrette a cercare lavoro in altre province, per poter aiutare le loro famiglie.
Genova città partigiana e Medaglia d’Oro, che costrinse il generale tedesco a firmare la resa incondizionata nelle mani del C.V.L., celebrava il decennale della liberazione con possenti manifestazioni.
Fu naturale per me e Franco essere presenti, tanto più che erano ospiti d’onore il vecchio Alcide Cervi con la nipote Maria, accompagnati dal Segretario Provinciale dell’ANPI di Reggio Emilia, Alberto Vanicelli “Veleno”. La città manifestò al Vecchio tutto l’affetto possibile, tanto da indurre l’allora Sindaco di Genova, Gelasco Adamoli, a chiedere agli ospiti di rimanere ancora qualche tempo. Naturalmente Franco ed io eravamo con loro.
La cittadella operaia di Sestri Ponente riservò agli ospiti una tale accoglienza che a Vanicelli si ruppe la giacca sulle spalle, tanta era la calca di chi voleva toccare il vecchio Alcide, simbolo della Resistenza. La notte prima delle celebrazioni, Vanicelli aveva scritto il discorso su carta intestata dell’albergo dove sostavamo e che ancora conserviamo. Quelle righe si può ben dire che contengono moltissima attualità.
Fu così che incontrai Maria per la prima volta, aveva diciannove anni e potrei affermare che fisicamente poteva paragonarsi alla Sua figlia primogenita. Vivendo in montagna, per decenni non ebbi più occasione di incontrarla. Giuseppe Carretti “Dario”, allora Presidente dell’ANPI, me la presentò successivamente al X° Congresso della nostra Associazione. Fu proprio Maria, insieme a Carretti ed al Rag.Osvaldo Salvarani “Aldo” a chiedermi di accettare la Presidenza dell’ANPI.
Da allora ho percorso un piccolo tratto di cammino con Maria, Lei ha tessuto di memoria resistente tutte le contrade d’Italia, fino al triste giorno in cui ci ha lasciati.
Oggi, grazie al lungo viaggio di Maria, la memoria della famigli Cervi ha pervaso le coscienze di intere generazioni.