Pio Montermini “Luigi” (1919-1983)

Pio Montermini fornaio di Rivalta, fu membro dell’organizzazione comunista clandestina, fervente antifascista e per questo condannato a 8 anni dal Tribunale Speciale. Detenuto nelle carceri di Castelfranco Emilia, Civitavecchia e San Gimignano, da dove venne liberato nell’agosto 1943 e già nel successivo novembre inviato a Cervarolo dalla Federazione del P.C.I. per stabilirvisi permanentemente e dirigere, non appena possibile, l’azione dei primi partigiani. Luigi maturò ben presto la consapevolezza di dover fare qualcosa contro i tedeschi invasori ed i fascisti che avevano portato l’Italia alla rovina. Armato di un solo moschetto, ma forte della straordinaria esperienza politica e militare vissuta durante la guerra spagnola, insieme al compagno Michele Gurla “Bari”, anch’esso comunista e perseguitato politico, incoraggiarono i giovani alla renitenza, assistendo i prigionieri alleati ed i primi sbandati dell’8 settembre, svolgendo anche pericolosissime azioni di intimidazione verso i fascisti e le loro spie. Grazie alla collaborazione dei montanari, che non fecero mai mancare il loro determinante appoggio alla Resistenza, il gruppo di Cervarolo iniziò a studiare meticolosamente il territorio alla ricerca di sentieri alternativi, di rifugi naturali che potessero servire come prime basi per i partigiani. Con un’incessante opera di propaganda cercarono di reclutare il maggior numero di uomini possibile, anche tra quei giovani fuggiti dall’arruolamento forzato nell’esercito di Salò. Svilupparono pur tra enormi difficoltà, un sistema efficiente di rifornimenti per le armi ed per i generi alimentari, avvalendosi non solo di collaboratori fidati, ma soprattutto delle prime staffette. Quello di Luigi e dei suoi compagni fu un lavoro preparatorio lento, metodico, condotto prima di tutto clandestinamente, con prudenza ed accortezza, per non compromettere fin dall’inizio il cammino verso la Liberazione.
Tuttavia la formazione vera e propria delle prime brigate avvenne soltanto alla metà di settembre del 1944, con una riorganizzazione che prevedeva 33 distaccamenti suddivisi in tre Brigate: la 26^ comandata proprio da Luigi, la 32^ (che diverrà in seguito 144^) agli ordini di “Sintoni” e la 284^ “Fiamme Verdi” a forte connotazione cattolica con a capo Don Carlo, per un totale di oltre 1030 uomini. Nei boschi delle pendici del Cusna e del Ventasso, Luigi, Eros, Bari, Otello Salsi, diedero così vita alla Resistenza, organizzando incessantemente migliaia di giovani, ai quali non mancarono mai di evidenziare tutte le difficoltà, tutti i sacrifici ed i rischi che avrebbe comportato la vita partigiana. E questi giovani si strinsero attorno ai comandanti come Luigi, provati antifascisti, anche per conoscere le loro idee e quelle del partito nei quali essi avevano aderito fin dalle origini, per loro l’unica via di salvezza per l’Italia. Queste straordinarie doti organizzative, di formazione politica e di comando, valsero a Pio Montermini la Medaglia d’Argento al valor militare, riconosciutegli anche dagli americani con la Bronze Star.