27 Marzo 1945 – L’attacco a Botteghe di Albinea

Distante circa 12 km. da Reggio, la V° Sezione del comando generale tedesco in Italia, situata a Botteghe di Albinea, era senza dubbio il più importante obiettivo da colpire in tutta la provincia di Reggio, ma allo stesso tempo uno dei più difficili da raggiungere. Situato in tre edifici separati, comprendeva infatti un Ufficio cartografico, una sede per gli ufficiali superiori della Wehrmacht, un centralino telefonico dotato di cavo per il collegamento diretto con Berlino e per questo fortemente presidiato. Il Capitano Lees, Capo della Missione inglese, chiese al Comando Unico gli uomini migliori delle Brigate Garibaldi 26° e 145°, circa una quarantina, comandati rispettivamente da Giovanni Farri “Gianni” per la 26° e da Nello Mattioli “Antonio” per la 145°.
Oltre ai garibaldini, il 25 marzo 1945 si diedero convegno presso Valestra altri 60 uomini, tra i quali i russi comandati da “Modena”, i paracadutisti inglesi ed i partigiani della squadra “Gufo Nero” guidati dal loro comandante Glauco Monducci “Gordon”.

Il simbolo del gufo nero

La marcia verso la pianura cominciò alla sera dello stesso giorno 25, la colonna giunse a Casa del Lupo alle ore 4 del giorno seguente, con gli uomini sfiniti dalla stanchezza, i quali vennero fatti riposare per tutto il giorno 26 in alcune case di contadini, fidati sostenitori della Resistenza.
Dopo aver messo a punto la strategia definitiva per l’attacco, verso sera riprese la marcia di avvicinamento al comando tedesco e già alle ore 1,30 del 27 marzo la colonna giunse a Botteghe.Parte dei russi bloccarono le strade di accesso alle ville Calvi e Rossi a protezione dei compagni da eventuali rinforzi nemici, alcuni arditi eliminarono le sentinelle di guardia al comando ed ebbe inizio l’azione. Il cap. Lees insieme ai suoi uomini oltrepassarono il cancello di Villa Rossi, raggiunsero una porta di accesso alle stanze del pian terreno ed aprirono il fuoco, uccidendo i primi tedeschi. Tentarono poi di salire al secondo piano, ma gli ufficiali nemici che vi si trovavano, iniziarono a sparare raffiche violentissime che ferirono gravemente lo stesso Lees ed il garibaldino “Gordon”. Fu grazie al partigiano “Pavia” che uccise i tedeschi più vicini, se i due non vennero finiti, potendo essere poi trasferiti a Villa Canali ove ricevettero le prime cure.

Il comandante Gordon

L’azione dei reparti di accompagnamento proseguì bersagliando le finestre dei piani superiori con i mitragliatori e con i “Bazooka”, che provocò diversi morti tra i tedeschi, ma a Villa Rossi perirono anche 3 paracadutisti della Missione inglese.
A Villa Calvi, con un colpo ben assestato di “Bazooka”, venne sfondata la porta di ingresso,
i tedeschi reagirono rabbiosamente ferendo il partigiano “Juna”, ma un secondo gruppo di arditi penetrò all’interno. Due inglesi insieme al garibaldino “Polvere” aprirono immediatamente il fuoco e lanciarono nelle stanze alcune bombe incendiarie, mentre uno dei paracadutisti provocava diverse perdite tra i tedeschi che tentavano di scendere dalle scale. L’attacco a Villa Calvi si concluse fortunatamente con il ferimento di un sergente maggiore inglese, mentre i tedeschi subirono la gravissima distruzione di tutte le attrezzature dell’ufficio cartografico che venne dato alle fiamme.
Villa Viani venne invece attaccata dai russi di “Modena”, i quali per tutto il tempo dell’azione bloccarono i tedeschi qui accantonati, impedendo il loro intervento in aiuto alle altre due ville.
Dopo 50 minuti di combattimento, quando tutti i feriti erano già stati allontanati, venne dato l’ordine di abbandonare la zona di azione. I reparti intrapresero così la via del ritorno, percorrendo un tragitto tortuoso, proprio per sviare la prevedibile reazione dei rinforzi nazi-fascisti e giunsero senza incidenti alle basi, nonostante il difficoltoso trasporto dei feriti. L’attacco di Botteghe ebbe dunque pieno successo, tanto che per i risultati conseguiti e per il momento in cui venne attuato, causò un danno incalcolabile ai tedeschi.