Quarto Camurri

Nato a Guastalla il 5 novembre 1921 da Vincenzo e Antonietta Ledi, Quarto è figlio di una famiglia composta da sei figli. Il padre Vincenzo, scomparso nel 1935, è stato duramente segnato dalla Prima Guerra Mondiale, con l’amputazione di una gamba. La famiglia ha umili origini, e il giovane Quarto per arrotondare il bilancio di casa distribuisce giornali in paese. Ufficialmente la sua qualifica è “riparatore meccanico”. Non rinuncia alla spirito della giovinezza, formando con alcuni ragazzi del paese un gruppo di quartiere, la “Squadra Volante”.

Quarto, il primo in piedi a sinistra

Successivamente arriva la chiamata in guerra, e il ventenne viene arruolato nell’Esercito Italiano in Sicilia, nel 1943 poco prima dello sbarco degli Alleati. Mantiene una corrispondenza con l’amata madre, rimasta a casa con i più piccoli e sfollata da Reggio Emilia (dove la famiglia nel frattempo si era trasferita).

Quarto militare dell’Esercito Italiano in Sicilia: è  il secondo accosciato da sinistra

L’8 settembre Quarto si ritrova a casa, rigetta la camicia nera della milizia che i fascisti gli volevano imporre ed entra in contatto con la “banda” di Aldo Cervi in montagna, nei pressi del Monte Ventasso, sull’Appennino reggiano.

Le memorie di Papà Cervi raccontano l’incontro dapprima diffidente con i figli, fino ad arrivare alla sua integrazione nella banda: “Si chiama Quarto Camurri, ed è un bravo ragazzo”. Camurri è l’esempio di una generazione di giovani italiani che in poco tempo apre gli occhi sulla violenta realtà che il fascismo voleva imporre.

Arrestato nella cascina di Gattatico il 25 novembre 1943, segue i sette fratelli e il padre al Carcere dei Servi, dove viene interrogato quale “italiano rinnegato”. Sua è una colpa altrettanto grande, agli occhi dell’autorità della RSI: l’aver ripudiato la chiamata alle armi del “nuovo fascismo”.

Condivide con i Cervi il resto del loro tragico percorso: dopo l’arresto nella loro casa il 25 novembre 1943, sarà fucilato il 28 dicembre al Poligono di tiro di Reggio Emilia, insieme ai sette fratelli. E’ l’ottavo prigioniero della rappresaglia comminata dai fascisti reggiani, lezione che i fascisti volevano impartire ai ragazzi che intendevano abbandonare la RSI.

Poligono di tiro di Reggio Emilia: il luogo della fucilazione

Dopo la fucilazione la salma di Quarto Camurri segue lo stesso tormentato iter dei Cervi: tumulati in tombe anonime parzialmente colpite dai bombardamenti su Reggio Emilia, soltanto il 23 maggio 1945 (ben prima dei sette fratelli) fu possibile traslare il suo corpo a Guastalla, dove riposa tutt’ora nella cappella di famiglia.

Quarto Camurri è stato insignito del Certificato di Patriota, il noto “Brevetto Alexander”, e riconosciuto come partigiano combattente dalle stesse forze armate italiane. Attestati che lo parificano ufficialmente al ruolo di tanti resistenti.

Bibliografia e approfondimenti:

-Guerrino Franzini: Storia della Resistenza Reggiana, ANPI – Istoreco  1969;

-Paola Varesi, Claudio Silingardi: Il Museo Cervi tra storia e memoria. Guida al percorso museale, Edizioni Istituto Alcide Cervi 2010;

-M.Storchi: Anche contro donne e bambini. Stragi naziste e fasciste nella terra dei fratelli Cervi, pagg: 72-80, Imprimatur, 2016