ANPI e la crisi TURCO SIRIANA

Quando sta accadendo tra Turchia e Siria ci ha profondamente colpito non solo per i tradizionali rapporti di amicizia che l’ANPI reggiana ha instaurato da anni con gli amici Kurdi ma perché avviene con premesse e caratteristiche che mettono in gioco l’autorevolezza delle democrazie occidentali.

Le gravi dichiarazioni del presidente USA Trump e l’avanzata dell’esercito Turco in territorio Siriano, in cui sono insediati i Kurdi di quel paese, sconvolge la situazione politica e militare abbandonando al massacro l’esercito Kurdo, protagonista, con le forze occidentali, della sconfitta dell’Isis.

Gravissimo è il pericolo che le migliaia di prigionieri delle forze Isis, oggi incarcerati in quella zona, vengano liberati dalla guerra e che riprendano le loro azioni terroristiche.

L’Europa, il governo Italiano e le forze politiche hanno fatto delle positive dichiarazioni di condanna dell’azione militare unilaterale Turca. Ora è necessario che dalle parole si passi ai fatti mettendo in campo non solo le azioni politiche ma anche quelle economiche.

Va sollecitata l’ONU a chiedere la fine delle operazioni militari, a dare la disponibilità a mettere in campo una forza internazionale lungo quel confine e a far riprendere un processo politico di pace.

Non è accettabile che l’alleanza della NATO, a cui la Turchia fa parte, si limiti a chiedere una reazione “proporzionata”.

Va fermamente respinto il ricatto di Erdogan di non fermare la spinta ad un esodo di massa verso l’Europa, dei 3.600.00 profughi presenti sul suo territorio, ed anche il suo proposito di collocarne oltre la metà in quella martoriata terra Siriana. Con questa azione il capo turco riuscirebbe anche a rafforzare la sua posizione politica interna dando un duro colpo alle opposizioni e consolidando le politiche repressive già in atto.

La strada da intraprendere è quella dell’impegno a livello dell’Europa e dell’ONU per garantire la pace. NO ALLE BOMBE – SI AL CONFRONTO (Ermete Fiaccadori presidente provinciale ANPI Reggio Emilia)

Comunicato di  GULALA SALIH Rappresentante in Italia per Kurdistan Save the Children