1944-07-00 Resistenza storica di Castellarano

Situazione Generale

Nell’estate del 1944 la forza numerica delle formazioni partigiane di Reggio e di Modena avevano raggiunto il punto massimo. Intere zone montane erano state liberate tra il giugno e il luglio. Sette comuni quattro di Modena e tre di Reggio, erano nelle mani dei partigiani che già stavano tracciando le basi per una amministrazione democratica e popolare, mediante la illustrazione più ampia dei metodi elettorali dimenticati ormai da vent’anni e mediante le elezioni vere e proprie. Questo accadeva in quella vasta parte dell’appennino reggiano-modenese che passò sotto il nome di “Repubblica di Montefiorino”. In campo internazionale due avvenimenti importanti l’apertura del secondo fronte e la liberazione di Roma, permetteva le più rosee congetture sulle sorti della guerra.

I fatti di Castellarano

La popolazione di Castellarano non rimaneva estranea a questo grande movimento patriottico. Essa diede, al contrario, alla lotta di liberazione, moltissimi partigiani che militarono prevalentemente nelle formazioni modenesi, che esercitavano la loro influenza nella zona reggiana della riva sinistra del Secchia. Fu appunto questa adesione spontanea della gioventù italiana che probabilmente irritò i tedeschi, già preoccupati per l’andamento sfavorevole della guerra che li indusse a rivelare in pieno la loro natura con le numerose rappresaglie che venivano condotte un poco ovunque. Queste atrocità venivano incoraggiate dalle disposizioni di Kesselring emanate in quei giorni:

  • “L’annuncio della lotta contro il banditismo con ogni mezzo, non deve rimanere una minaccia vuota (…).
  • Se in un distretto ci sono delle bande in maggior numero, allora in ogni singolo caso una certa percentuale della popolazione e da arrestare e in casi di violenza sono da fucilare.
  • Se si spara contro i soldati tedeschi in paesi, allora il paese è da bruciare. Gli attentatori oppure i capo banda sono da impiccare pubblicamente…”.

Per vendicare due loro camerati periti due giorni prima in uno scontro coi partigiani, circa 80 tedeschi, nel corso di una incursione effettuata il 1° luglio, bruciarono cinque case e uccisero 3 persone:

Spadoni Alfonso, Barbolini Giulio, Canovi Ernesto

Il 20 luglio era ancora la volta di Castellarano. Coadiuvati dai fascisti reparti tedeschi circondarono il paese prima dell’alba. Entrati nell’abitato i nazifascisti rastrellarono tutti i cittadini. Divisero gli uomini validi dai vecchi, e ammassati presso il municipio, li tennero a bada con le armi puntate per lunghe ore, minacciando di fucilarli se non si fossero presentati i partigiani. Quindi incendiarono una settimana di case, lasciando 92 famiglie senza tetto. Durante la loro permanenza uccisero il cittadino Arduini Gaetano e ferirono gravemente, tanto che poi ne morì, il cittadino Benfenati.

Quindi partirono portando con loro una cinquantina di persone, che in parte vennero inviate a Livorno, ove furono impiegate in lavori obbligatori, e in parte vennero deportati in Germania.

Il 30 luglio si scatenò l’inferno sul nostro appennino. Un potente rastrellamento si abbatté sulla zona partigiana libera di Modena e Reggio. Nonostante la grande superiorità, gli attacchi, pur distruggendo i paesi e persino il grano nei campi, non poterono distruggere le formazioni partigiane.

Di questo grosso avvenimento Castellarano, o meglio, Roteglia, ne senti di riflesso le conseguenze. I tedeschi in marcia verso la montagna vennero attaccati da avanguardie partigiane. Per rappresaglia i nemici incendiarono un fabbricato. Un partigiano perdette la vita. Ma il contributo di Castellarano alla Resistenza non si esaurisce in questi episodi. Esso dette alla causa della libertà un contributo ulteriore, giacché alle vittime citate e doveroso ricordare i nomi dei partigiani caduti:

Berselli Gaetano, Bertolini Silvio, Grossi Vittorio, Pellati Carlo, Ravazzini Luigi

 Ci pare giusto anche porre l’accento sulla figura di Ravazzini, il quale, militando in formazioni partigiane stanziate a Ligonchio, compì un gesto che gli costò la vita, nel tentativo di salvare quella dei compagni. La proposta venne accettata e lo Stato decretò la concessione della Medaglia di Bronzo alla sua memoria.

Queste in sintesi la parte avuta da Castellarano nella guerra di liberazione.