Protagoniste invisibili

Date, luoghi e figure della “Resistenza delle donne” al fascismo e al nazismo a Reggio Emilia

In questi ultimi anni non sono mancate nella nostra provincia iniziative pubbliche, ricerche storiche, autobiografie, tesi di laurea, anche opere di narrativa dedicate a figure di donne protagoniste dell’Antifascismo e della Resistenza. Tuttavia, è ancora troppo forte il divario tra l’ampiezza e la qualità che tale partecipazione ha avuto, specie in Emilia Romagna e nella nostra provincia, e la conoscenza effettiva e la consapevolezza collettiva della portata, del valore, delle motivazioni della scelta che in quegli anni bui tante donne hanno compiuto, entrando in massa nella storia per la prima volta come protagoniste e rompendo con una storica subalternità, in particolare con il modello femminile di “fattrici di figli per la patria” loro imposto dalla dittatura fascista.

Le Celebrazioni del 70mo della Resistenza possono essere un’occasione preziosa per colmare questo divario e noi abbiamo voluto coglierla. Riprendendo il percorso iniziato col progetto “Oltre il 70mo: le donne protagoniste consapevoli“, promosso dalla Provincia di Reggio Emilia, ANPI, ALPI-APC, ISTORECO, Istituto Cervi, CGIL-C1SL-UIL, intendiamo dare il nostro contributo con un programma di iniziative che dia voce, volto e visibilità alle donne protagoniste nell’ Antifascismo e nella Resistenza, utilizzando sia strumenti di comunicazione tradizionali che modalità innovative e coinvolgendo a diversi livelli tutto il territorio provinciale.

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Questo fascicolo si propone di ricostruire una prima mappatura di tale partecipazione, di riscoprire e portare alla luce in modo semplice e sintetico le date più rilevanti, i luoghi, le azioni, le figure della “Resistenza delle donne”, di raccontare il percorso che esse, tante e sempre di più, hanno compiuto nella nostra provincia, dagli anni dell’opposizione al fascismo durante il regime alla vera e propria Resistenza.

Non intende essere una ricerca esaustiva e completa: consideriamo questa dispensa un “work in progress”, un punto di partenza che ha bisogno di altri contributi ed apporti per rendere più ricca, condivisa e compiuta la mappa della partecipazione femminile. Abbiamo incluso date e fatti salienti, abbiamo ricordato figure di donne che in qualche modo potessero rappresentare le diverse forme e modalità che la partecipazione femminile all’antifascismo e alla Resistenza ha avuto nel reggiano.

Tante e tante altre donne avremmo voluto nominare e ricordare e tutte sono nel nostro pensiero e nel nostro cuore. Ci auguriamo ora che, a partire da questo nostro lavoro e con l’aiuto e la collaborazione di tanti, ciascuna delle “invisibili protagoniste” possa trovare il proprio posto nella memoria collettiva e ricevere il doveroso riconoscimento della nostra comunità.

Costruire questa “mappa” è stato emozionante, coinvolgente è stato ripercorrere il cammino compiuto dalle donne in quel periodo drammatico, un cammino di dolore, di coraggio e di riscatto: dalle prime antifasciste che hanno avuto la forza di opporsi e ne hanno pagato il prezzo, agli scioperi delle mondine, dalla “Adunata sediziosa” delle donne di Cadelbosco nel 1941, all’entrata in campo spontanea e diffusa delle donne 1’8 settembre del 1943, alle prime iniziali forme di Resistenza, alla costituzione della rete capillare sul territorio dei Gruppi di difesa della Donna e dal “Soccorso Rosso”, alle manifestazioni di massa dell’8 marzo e alla Prova Insurrezionale dell’aprile del 1945, non a caso affidata dal CLN di Reggio Emilia alle donne.

Un crescendo trascinante di partecipazione attiva e di protagonismo femminile, con proprie motivazioni, valori, aspirazioni e tante diverse modalità di azione.

Oltre ad offrire le prime informazioni di base, ci auguriamo ora che questo lavoro solleciti – in particolare nei giovani, nelle scuole, nei comuni della provincia e nei quartieri del capoluogo – il bisogno di scoprire e di conoscere meglio, più in profondità, questa bellissima storia corale e le tante storie individuali che la compongono. Una storia di “invisibili protagoniste”, che ha ancora tanto da dirci e da insegnarci.

I promotori del progetto Reggio Emilia

15 marzo 2014