1944 – Giugno 10 – Battaglia dello Sparavalle

All’alba del giorno 10 giugno 1944 le forze fasciste, alle quali si erano aggiunte quelle della gendarmeria tedesca locale, mossero lentamente da Castelnuovo Monti alla volta dello Sparavalle.
I partigiani, che presidiavano l’omonimo fortino, notarono immediatamente un tale vistoso movimento. Nonostante l’evidente inferiorità numerica rispetto ai fascisti ed ai tedeschi, rimasta pressoché invariata anche dopo l’afflusso di rinforzi inviati da Cervarezza, i partigiani decisero di mantenere saldamente le loro posizioni, pronti a battersi per respingere i nemici.
Al primo contatto i mitraglieri partigiani immobilizzarono il carro armato ed investirono efficacemente la compagnia motociclisti, tanto che i tedeschi ed i fascisti dovettero interrompere la marcia. Tuttavia poco più di dieci partigiani difficilmente avrebbero potuto reggere agli attacchi di un intero reggimento. Infatti i fascisti puntarono dapprima sulla sinistra delle posizioni presidiate dai partigiani, con l’intento di aggirarle, dopodiché attaccarono nuovamente da due lati.
A questo punto i partigiani dovettero ripiegare in tutta fretta, per non essere accerchiati e quindi annientati. Sfuggirono appena in tempo alla manovra di attacco dei nemici, spostandosi sul Monte Campestrino, dopo un pericolosissimo sganciamento, svoltosi sotto il fuoco violentissimo dei nazi-fascisti. I due cugini Ennio e Marino Gilioli, giovani che si erano da poco arruolati tra i volontari della libertà, non riuscirono però a mettersi in salvo con i compagni. Catturati dopo una tenace resistenza, vennero picchiati, benché uno di essi fosse ferito e poco dopo fucilati sul posto dai fascisti. Durante la battaglia cadde anche il partigiano Giulio Canedoli “Nebe”, mentre Carlo Tedeschi “Pace”, ferito e catturato, riuscirà fortunosamente a salvarsi.
Le truppe nazi-fasciste riportarono varie perdite tra morti e feriti, in un numero mai del tutto precisato.